Lorenzo Badioli è un giovane designer e illustratore di Pesaro la cui personalità è già intuibile dalle sue illustrazioni irriverenti, critiche e simpatiche. Alle poche domande che gli abbiamo posto, abbiamo ricevuto come risposte brevi storie, che tra finzione e realtà hanno rivelato le sue attitudini. Già dalle prime frasi è chiaro che prenda molto sul serio la realtà immaginaria che raffigura, trasponendola anche nel quotidiano. Pesaro, da lui definita “capitale della cultura e delle uova sode in Italia” è luogo che sicuramente è stato culla di ispirazione. Egli inoltre ci racconta che:
“Da piccolo girovagavo per spiagge e boschi, usando elementi naturali per creare situazioni fuori dal mondo. Una volta con dei rametti e delle liane ho curato una donna malata di cancro in Bolivia, un’altra volta invece ho trovato un sasso particolare al quale ho detto di proteggermi dagli orsi. Ancora non sono mai stato aggredito. Per quanto riguarda la mia formazione, dopo aver frequentato l’istituto d’arte di Urbino ho iniziato a lavorare come apprendista alla bottega del Verrucchio. A 17 anni ho lavorato al mio primo dipinto insieme al mio maestro, il quale giurò di non riprendere più un pennello in mano. Adesso costruisco macchine da guerra alla corte di Ludovico Sforza detto il Moro e sono laureando in graphic design a Milano, ma così tanto per.”
Il tratto semplice – ma caratterizzante – del disegno è avvalorato dall’uso dei pieni colori brillanti e contrapposti e dall’accompagnamento di rime veloci e sonore, che con affinità danno voce alla vasta gamma di personaggi che popolano il mondo che lo circonda. A detta di Lorenzo il suo stile è frutto di studi sulle forme geometriche, e ci spiega: “A me piacciono le forme tonde e le forme quadrate. Le quali corrispondono alla donna e all’uomo. Questo non implica necessariamente un’attrazione sessuale. Ma credo che sia questa la mia massima ispirazione. Poi mi piace molto Adventure Time”.
Un esempio delle sue ultime produzioni può essere la serie di illustrazioni intitolate Il Meglio di Pesaro, delle quali l’artista ha speso con noi due parole, spiegandoci chi sono alcune di queste misteriose figure e perché ha deciso di illustrarle: “Ho deciso di fare questa serie di ritratti riguardanti i personaggi di spicco di Pesaro. Da qualcuno potrebbero essere chiamati “gli scemi del villaggio”, ma non è così. Sono persone uniche e difficili da non notare. Vivono la vita in maniera del tutto personale e molti di loro sono più felici di molti di noi.
Sarebbe bellissima una mappa geografica con tutti i personaggi divisi per paese, ogni città ne ha, e spesso sono persone che rimangono nell’ombra senza la dovuta riconoscenza.
Alcuni esempi sono:
El Guapo: Il guapo o il baffo è il più semplice e il meno misterioso tra i personaggi. Ed è proprio la sua semplicità che colpisce. Superati i 70, vive con poco e con un energia che neanche i 20enni hanno più. La sua serata tipo: Buffet gratuito, giro in bicicletta, momento filosofico solitario (scruta i passanti), momento filosofico sociale (parla con qualche giovane di quanto siano vecchi i vecchi);
L’innominabile: La figura più misteriosa di Pesaro. All’anagrafe Paolo Catena, è stato un musicista di successo con un progetto solista (Paul Chain) e con il gruppo Death SS. Famosi per le loro atmosfere blasfeme e anti-clericali. Quando ero piccolo la mia professoressa di religione raccontava storie e leggende su di lui. Diceva di averlo visto profanare tombe e far fluttuare coltelli in aria. In realtà gli servivano solo oggetti di scena per i suoi concerti. L’innominabile (il modo in cui ci si rivolge a lui, gira voce che pronunciare il suo nome porti una terribile sfortuna) adesso rinnega il suo passato, se non sbaglio è diventato testimone di Geova.
La Nene: È convinta di essere un maschio , va in giro vestita da scolaretto a volte sembra un allenatore di pokemon. Quando andavo alle superiori chiedeva gli appunti, ha tipo 3 lauree.”
Quando gli abbiamo chiesto come si definirebbe da artista, si è sottratto ad ogni autodefinizione, aggiungendo di pensare di essere un pò stupidino, ma se ci lasciamo catturare dalle sue immagini carpiremo una spensieratezza fanciullesca e una bravura che va bene oltre il disegno. Infatti le sue illustrazioni hanno qualcosa che richiama fortemente il reale, sebbene possano apparire a tratti assurde, una sorta di caricatura che svela le bellezze dei difetti.
Lorenzo ci rivela inoltre che la musica ha da sempre influenzato la sua vita dall’età di 9 anni. E continua così:
“A 12 anni ero un hippy, poi ho guardato il documentario di Woodstock e mi ha un po’ traumatizzato: un po’ troppi peli.
Al di là dei traumi a cui i miei gusti musicali mi hanno portato, la musica ha un ruolo fondamentale nella mia vita. Se cammino per strada faccio un tempo e se starnutisco sto ben attento a farlo in sedicesimi. Questo vuol dire che divido il tempo generato dai passi in 16 parti, in una delle quali starnutisco. Inoltre, la musicalità e la tempistica delle cose hanno una valenza enorme anche nelle parole, e credo che l’italiano sia una delle lingue che lo permette maggiormente”.
Questo amore per la musicalità e per la lingua italiana, inevitabilmente ci riporta alla rima, infatti domandandogli come sia giunto a questa composizione risponde che:
“Una volta sono venuto a sapere che Yesterday dei Beatles è stata scritta da Paul McCartney mentre era sul gabinetto.
Ho quindi deciso di voler creare qualcosa di veramente grande su una tazza del cesso.
mi sono sforzato tantissimo, finché non ho esclamato: “al cesso si crea il successo!”
E così ho deciso di scrivere storie in rima.”
Dal nostro incontro con Lorenzo Badioli, ci ritroviamo spiazzati ed incuriositi, affascinati da questo strano universo che ci presenta. Sicuramente in una giornata bigia, sfogliare la sua pagina Facebook, regalerebbe un sorriso ed inviterebbe ad osservare il mondo con spirito e curiosità. Le sue filastrocche illustrate parlano da sé e parlano del sé di Lorenzo, un artista unico ed ironico.