L’arte che si autoalimenta, bulimica nel volersi diffondere, inarrestabile e ostinata di fronte ai limiti imposti dai dettami del convenzionale e del concesso. L’arte che si rinnova, pregna di linfa vitale in perpetuo divenire, che non accetta compromessi, volutamente dissacrante e irriverente. L’arte di strada e fatta per strada con violenza e in maniera velata e incosciente, incontrata per caso lungo un percorso non stabilito. L’arte per tutti che sorprende, commuove, disgusta e imbarazza per schiettezza e onestà. Dovrebbe essere sempre così l’arte.
Prepotente e semplice. Piena di riferimenti e richiami che tutti possano leggere come fosse una pagina bianca, che ogni spettatore scrive. Questo è Alterazioni Video.
Progetto nato nel 2004, apolide e gitano, si muove all’unisono tra Milano, Berlino e New York. Cinque cavalieri del post-apocalittico amanti dell’arte della cinepresa che incontra il medium del tempo, il progetto di Paololuca Barbieri Marchi, Alberto Caffarelli, Andrea Masu, Giacomo Porfiri, Matteo Erenbourg segue un andamento non lineare, degno delle migliori intuizioni. Sanno parlare con garbo, fermezza e onestà i cinque artisti e le loro voci sono arrivate all’orecchio di istituzioni che di voci e capitoli ne hanno scritti tanti. Dalla Biennale di Venezia al Manifesta, passando per il MAXXI di Roma e l’Hamburger Bahnhof di Berlino, con tappe a stelle e strisce tra Miami e New York.
Dal 18 febbraio al 4 marzo 2016 allo Spazio Oberdan va in scena TURBO FILM, una rassegna che sputa e vomita le creazioni di Alterazioni Video. Impossibile circoscriverli entro una categoria definitiva. I TURBO FILM sono anarchici e dotati di vita propria. Espressioni instabili di un “cinema vandalizzato”, imprevedibile e isterico. Deridono e contagiano la massa mediatica, la rendono protagonista e prima attrice, cercando di stabilire di volta in volta un nuovo primato inarrivabile. Si nutrono di contributi inconsapevoli per creare il messaggio perfetto, che non escluda nessuno. Simposiaci ed euforici, con una performance gli enfants prodige di Alterazioni Video hanno voluto incontrare il pubblico e gli amatori, dando vita ad un’accolita di dionisiaci padroni di un linguaggio a sé stante a mi-chemin tra arte, web e cinema.
Con loro la visual art diventa ludica ed è impossibile staccargli gli occhi di dosso. Sanno rendere romantica quella violenza che il contemporaneo esercita sul classico e su tutte le credenze che vi gravitano intorno, il tutto low budget. Sanno viaggiare nelle desolazioni di paesi lontani e nei deserti rossi alla Antonioni, strappando la frustrazione di un boccone lasciato a metà da un poliziotto fatale e spregiudicato. Sanno rendere virali le cornici di colori sgargianti e sanno scherzare col figlio di una delle muse di Tarkovsky, che intanto fotte il suo paese. Indecenti come solo i bambini che ancora non conoscono filtro alcuno sanno essere.