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Aur – The city and the Moons è il viaggio nel mondo immaginario delle opere di John Gatip, architetto e artista australiano che ama giocare con la costruzione e decostruzione dell’utopia attraverso sculture architettoniche sfavillanti. Aur – The city and the Moons è un’originale intervista-racconto immaginaria che nasce dalla mostra Aur+ presentata all’Est Lighting Showroom di Melbourne dove le città dorate dell’artista hanno interagito con i prodotti di light design di DGA, Marset e altri importanti brand per esporre l’interazione tra luce e scultura.
La polvere dorata si libra nel vuoto dell’isola cavernosa. Impulsi lenti e ritmati di aria sussurrano, avvolgendo i nostri corpi. Una luce delicata si accende ad ogni sussulto mentre ci avviciniamo alle rovine. I suoni non sembrano naturali ma meccanici. Guardo il vuoto e noto una città avvolta nell’ombra, illuminata solo da quella che sembra una luce lunare colorata. John, dove siamo?
Siamo nella città di Aur. Questa favolosa città ebbe origine appena oltre le colonne d’Ercole, dove il fuoco del Colosso brucia debolmente all’orizzonte. Si dice che la città fosse composta da sette gigantesche isole meccaniche, creando un arcipelago in costante movimento. Mai visto nello stesso luogo e nello stesso tempo, appare solo a coloro i cui desideri valgono più delle loro intenzioni. Sembra che abbiamo scoperto i resti frammentati di una delle navi dell’isola di Aur.
Le sfere di vetro gravitano attorno ai nostri occhi: la luce diffusa illumina lo spazio a volte con toni neutri, a volte con toni dalle sfumature color arancio, smeraldo o cobalto. Sembrano orbitare lentamente attorno alla città in rovina. Perché si muovono?
Queste sfere di vetro erano uno strumento usato dal popolo di Aur, era il loro sistema di navigazione. Secondo le nostre conoscenze, le sfere di vetro sono lune meccaniche che spingono e trascinano la città attraverso l’oceano. I loro movimenti corrispondono ai corpi celesti che tracciano le costellazioni secondo le loro direzioni. Queste lune hanno generato un’energia cinetica che ha permesso alla città di muovere sé stessa fino a generare una fonte di luce. Gli enormi corpi hanno determinato la configurazione della città secondo un modello spaziale e programmato. Dal punto in ci troviamo puoi notare la presenza su tutta la superficie dei segni in cui la città cambia configurazione. Abbiamo ancora molto da imparare su Aur e nella migliore delle ipotesi queste sono solo nostre speculazioni. Sembra che questa antica città si sia fermata, eppure il meccanismo delle lune funziona ancora. E non abbiamo ancora scoperto tutti gli edifici che componevano questa zona di Aur. Sembra che ci siano 55 diverse formazioni che si sono mosse con le lune.
Venature scure attraversano la superficie liscia e lucente, come si è formato questo paesaggio?
Questo paesaggio non è naturale. Le storie che descrivono Aur come una nave gigante sono vere. Ogni parte di Aur è stata costruita, anche le sue caratteristiche naturali sono state create e ingegnerizzate. La stessa superficie su cui ci troviamo è una lega metallica in cui le vene sono tracce magnetiche che hanno permesso di riconfigurare gli edifici della città. Può sembrare assurdo che gli edifici si muovano perché le nostre città sono statiche e sono state costruite uno strato dopo l’altro. Ma per il popolo di Aur era necessario un cambiamento per spostarsi in modo efficiente da un luogo all’altro. Un fabbricato poteva essere realizzato per un determinato uso, utilizzato per alcuni anni e quando non serviva più, scomposto nelle sue parti e riconfigurato per diventare un altro edificio con un diverso fine. La città era sempre in costruzione e in movimento.
Durante il giorno la città brilla, ogni cosa è pervasa da un’aura dorata, cosa raccontano queste architetture?
La città è composta da diversi elementi che si ripetono in combinazioni diverse. Da questa osservazione si è generata l’ipotesi che la città fosse stata costruita con pochi elementi costruttivi. Attraverso le loro diverse combinazioni, gli elementi avrebbero creato diverse configurazioni e tipologie architettoniche. Si può notare anche che non erano separate come le nostre periferie ma combinavano abitazioni private con fabbriche e luoghi culturali. Ciò suggerisce che il popolo di Aur fruiva della propria città in modo davvero efficiente sviluppando la capacità di riutilizzare determinati elementi per creare nuove tipologie e configurazioni. Puoi notare come ogni elemento possa assumere infinite combinazioni e modifiche. Il ricco color oro degli edifici è una testimonianza del loro successo economico.
Chi pensi abbia vissuto qui? Qual è la loro storia?
Molte delle nostre ipotesi derivano da altre fonti, da documenti come mappe medievali, storie e miti tramandati attraverso i secoli da commercianti che tornavano da lontane terre dei desideri. Il resoconto più completo di Aur viene da Miraz, un mercante medievale che trascorse il crepuscolo dei suoi anni a caccia di Aur. Tuttavia, molti studiosi ritengono che questo racconto sia stato inventato da Miraz sull’orlo della follia, spendendo tutte le sue fortune alla ricerca di questa città. Dalle sue storie, si evince che la città fu fondata da sette monaci pii. La città è poi cresciuta grazie all’industriosità delle mani abili dei suoi abitanti. Sete raccolte e allevate in modo selettivo dal Bombyx Augri (una varietà speciale derivante dal comune baco da seta Bombyx Mori), metalli e gioielli prodotti attraverso l’alchimia e conoscenze utilizzate come baratti commerciali. Il popolo di Aur era astuto in tutto ciò che faceva. Sappiamo sempre da queste luci sferiche che hanno anche osservato le stelle.
Cosa è successo a questa città?
Nessuno sa come l’intero arcipelago sia scomparso. Qualcuno dice che la causa fu una terribile tempesta. Altri dicono che si sia ormeggiato su un’antica barriera corallina, causando l’esplosione di antichi vulcani sottomarini. Altri ancora dicono che Dio stesso abbia sommerso queste isole, poiché allontanatesi dalle loro pie origini per diventare terre di desideri egoisti. Alcuni ipotizzano che la parte della città scoperta sia stata severamente danneggiata e che il resto della città sia ancora là fuori, in costante movimento nel mare vitreo, sfuggendo alla nostra vista.